Quando Scrooge si svegliò, nella stanza faceva un gran freddo e non c’era rumore di persone per le strade. Il pensiero del fantasma di Marley lo infastidiva, non capiva se fosse stato un sogno o meno. Poi si ricordò che uno spirito avrebbe dovuto visitarlo al primo rintocco delle campane, così Scrooge decise di rimanere sveglio e aspettare di vedere cosa sarebbe successo.

Infine udì le campane rintoccare: era l’una del mattino.
Una luce brillò nella stanza e una piccola manina tirò indietro le tende del letto a baldacchino. Scrooge si ritrovò faccia a faccia con un nuovo fantasma.

Era una strana figura, il corpo era quello di un bambino ma i suoi capelli, che ricadevano intorno al collo e lungo la schiena, erano bianchi come quelli di un vecchio. Eppure il viso non aveva una ruga.

– Chi e cosa sei? – chiese Scrooge al fantasma.
– Io sono il fantasma del Natale passato. Alzati e vieni con me.

Scrooge, come per magia iniziò a fluttuare nell’aria sopra il letto, e nonostante implorasse di non voler uscire e che non era l’ora per fare una passeggiata, fu portato dallo spirito fuori, attraverso la finestra.

Scrooge tremava e urlava dalla paura, eppure non precipitava, volava insieme allo spirito sopra le campagne intorno alla città. In poco tempo si ritrovarono su una strada che portava ad un altro paese.

– Ma questo è il luogo dove sono cresciuto da bambino! – esclamò Scrooge.
Il fantasma aveva riportato Scrooge indietro nel tempo. Lì Scrooge poteva vedersi più giovane, mentre giocava con altri bambini. Correvano allegramente intorno all’albero di Natale intonando canti e facendosi gli auguri; e sebbene fossero molto poveri, si divertivano molto.
Scrooge osservava la scena con occhi velati di nostalgia, ma il fantasma lo portò davanti ad un edificio di mattoni rossi.
– La mia scuola… – mormorò tra sé Scrooge.

Guardando dentro un’aula si poteva intravedere un bambino tutto solo che leggeva un libro; era lui da giovane, abbandonato per volere di suo padre in quel collegio. Scrooge dovette sforzarsi per non scoppiare in lacrime.

Poi come per magia, la scena cambiò. Era la stessa identica stanza, ma invecchiata di dieci anni, e il giovane che vi stava dentro era Scrooge diciassettenne.

La porta dell’aula si aprì ed entrò una giovinetta che corse ad abbracciare al collo Scrooge ricoprendolo di baci – Caro fratello mio! – esclamò – sono venuta per riportarti a casa!
– A casa? Per davvero?! – rispose meravigliato il giovane Scrooge.

Fan, sua sorella, rispose di sì. Il loro padre era mutato profondamente negli ultimi anni ed era diventato una persona molto buona, così ora lo rivoleva a casa con loro.

– Aveva un cuore gentile – mormorò il vecchio Scrooge al fantasma – è morta poco dopo aver messo al mondo mio nipote…
– Vero – disse lo spirito – tuo nipote…
– Si… – Scrooge di colpo si sentì in colpa per come aveva trattato Fred il giorno prima, quando era andato a trovarlo in ufficio.
Poi tutto svanì di nuovo.

Lo spirito portò Scrooge in un magazzino, dove un giovane Scrooge faceva l’apprendista. Il signor Fezziwig, proprietario della ditta, aveva organizzato una gran festa con cibo, musica e balli. C’era tanta felicità quella vigilia di Natale.

– C’è voluto poco a far divertire tutte quelle persone – disse il fantasma del Natale passato – quella festa sarà costata pochi soldi, ma tutti erano felici.
– Che Dio Benedica il buon caro vecchio Fezziwig – disse con voce raggiante Scrooge – era così buono e gentile…

Le emozioni che Scrooge stava provando erano così forti e intense che avrebbe voluto entrare nella scena e riallacciare tutti i rapporti persi con i suoi vecchi colleghi e amici, ma la scena svanì di nuovo.

Uno Scrooge ormai trentenne stava lavorando alla “Scrooge & Marley” e negli occhi aveva i primi segni dell’avidità, dati da una ricchezza guadagnata improvvisamente.

Marley, nell’altra stanza, stava chiudendo a chiave con le catene la cassetta di sicurezza della ditta e a quella vista il vecchio Scrooge rabbrividì: erano le stesse catene che tenevano prigioniero il fantasma di Marley.

Poi sentì piangere qualcuno, la scena era nuovamente cambiata, Scrooge era più vecchio adesso. Non era solo, ma sedeva a fianco di una bellissima ragazza, Belle.

– È triste constatare che un altro amore ha preso posto nel tuo cuore, l’amore per i soldi… – disse tristemente, ma con una nota di dolcezza nella voce, la giovane ragazza.
Scrooge era cambiato, la ricchezza lo aveva reso freddo e distante.

– Posso chiederti perché giudichi così male la voglia di guadagnare molto denaro? – le rispose lo Scrooge
– Il tuo cuore era pieno d’amore una volta, ma ora…? Penso che sia meglio per noi separarci. Possa tu essere felice nella vita che hai scelto – concluse Belle, mentre usciva piangendo dall’ufficio di Scrooge.

– Basta così – disse il vecchio Scrooge con voce rotta – Riportami indietro Spirito! Non torturarmi oltre, non posso più sopportare tutto questo!
Il volto del fantasma sorrise beffardo e tutto iniziò a brillare di una luce fortissima. A Scrooge sembrò di precipitare nel vuoto e per la paura chiuse gli occhi.

Quando li riaprì si ritrovò di nuovo nel suo letto. Era talmente esausto che non ebbe nemmeno la forza di gridare, e sprofondò in un sonno profondo.

*Per Leggere il racconto completo si consiglia: https://www.fabulinis.com/favole/canto-di-natale/

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