Cade nel vuoto, ancora una volta,
la lieta novella; audace messaggio
di donne recluse, avvolte dal velo
che prostra ed annienta,
oltraggia e deride,
oblia il valore celato da sempre
in stille copiose;
in cuori pressati da sogni ormai spenti;
in braccia innocenti che scalano monti
sprovvisti di appigli, di cieli incantati;
invero ricolmi di sguardi piangenti,
umiliati da uomini arcigni.
Ti auguro di esser tenace, oltremodo decisa;
sorella Iraniana!
di vivere il tempo in pace e armonia;
di accogliere in te una sana follia:
-emozione foriera di luce e giustizia-.
Ti auguro un destino senza chador,
e l’onor di scegliere con chi passare
il resto dei tuoi giorni;
di esprimere te stessa in totale libertà;
di amare, sorridere alla luna,
di incontrare sul tuo cammino la dea fortuna;
ed in ogni individuo la purezza di un bambino.
Ti auguro di non piangere più
a causa di nefande costrizioni;

sconclusionate aggressioni.
Chissà se tutto ciò, prima o poi accadrà!

……

Giovanni Battista Quinto: Scrive per passione sin dall’adolescenza, prediligendo la scrittura in versi. Laureato in Scienze della Formazione (con all’attivo due Master riguardanti discipline psicopedagogiche) svolge l’attività di Formatore-Educatore-Pedagogista.

*Versi ricevuti direttamente dall’Autore; tutti i diritti riservati.

**Foto liberamente tratta da wikimedia commons: Di Raimundo Pastor & Pilar Pastor – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=87565913

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